domenica 4 aprile 2010

BARCA PIATTA E ADRENALINA!


Immaginatevi 30kns di vento, su una deriva che pesa 100kg, appesi da un cavo e paralleli all’acqua, con gli schizzi del mare che vi bagnano il viso, il vento che increspa il mare, il sole che si riflette sull’acqua e l’adrenalina che vi scorre nelle vene… 
Se vi trovate in questa situazione vuol dire che siete appesi al trapezio e non vorrete più ritornare a terra.

Il trapezio è un sistema efficace che serve per fare maggior leva, dandovi la possibilità di tenere la vostra barca piatta, evitando così di far scuffiare la vostra deriva.

Consiste nell’indossare un’imbracatura, il pagliaccetto, sopra o sotto al vostro salvagente, come a voi è più comodo, anche se è tutt’altro che comodo. Sembrerà infatti di indossare un pannolone ma nonostante vi sentirete ridicoli, vi dirigerete con un'aria da “fighi” e una camminata a gambe larghe, verso la vostra deriva per poter iniziare a veleggiare.

Agganciandovi con il trapezio, situato vicino alle sartie, potrete stendervi paralleli all’acqua. Attenzione! Per uscire dovrete stare attenti ai piedi: il primo piede verso prua è quello che esce, puntandolo contro le sartie, ed è l’ultimo che entra. In genere la gamba verso prua sta ben tesa.

Mi raccomando il piede di prua deve essere ben puntato contro la giuntura tra la sartia e la falchetta, se nò slittate verso prua e andate letteralmente ad abbracciare il fiocco (già successo!!! ^_^)

Fare il prodiere è molto divertente, ma anche molto faticoso. Mentre il timoniere se ne sta tranquillo a condurre la propria imbarcazione, il prodiere deve uscire con il trapezio ogni tre per due anticipando le raffiche rischiando anche di finire in acqua, rimanendo appeso come un pesce all’amo e facendosi trascinare dalla barca con una velocità abbastanza modesta, se non è ancora scuffiata. Saremo in una situazione dove: il nostro salvagente, che invece di aiutarci a restare a galla, cercherà di soffocarci coprendoci le nostre vie respiratorie, l’acqua di mare cercherà di infilarsi all’interno della nostra cavità orale, e nel mentre, inizieremo a insultare, nella nostra testa, il timoniere che non ci sta ripescando, anzi, magari si sta divertendo a guardare la scena di un salvagente galleggiante tirato dalla barca, visto che ormai il nostro viso sarà coperto da esso; ma, in un men che non si dica il nostro trapezio inizierà a strattonarci, tirandoci su e, dopo qualche mossa acrobatica, ci ritroveremo sulla nostra deriva pronti per continuare e ad andare come se niente fosse successo, scambiandoci con il timoniere solo un bel sorriso.

E quando il vostro istruttore vi griderà: “Barca Piatta!!!! Barca Piattaaaa!!!”, frase che sarà sicuramente colorita da qualche altra espressione, voi dovrete essere pronti ad anticipare le raffiche di vento, ad uscire con il trapezio, cercare di fare leva con il vostro corpo, sentendovi la barca venire addosso; maledicendovi magari perché siete troppo bassi, o tropo magri; maledicendo quella dieta che avete fatto lo scorso inverno per la prova bikini perdendo quei due kg, che esteticamente non vi hanno cambiato granché, ma in quel momento vi avrebbero fatto comodo. Ma quando sarete paralleli all’acqua, con il fiatone, le urla di gioia del vostro timoniere, voi con un sorriso da ebete sulla faccia per la felicità, e il vostro braccio allungato, perché non si sa mai cosa passa fare un braccio di nemmeno 2kg in quella situazione, e l’adrenalina fino alle punta delle dita, allora inizierete a gridare anche voi dalla gioia, e inizierete ad amare questo sport, la fatica e il dolore nelle parti basse, perché il pagliaccetto inizierà a essere una delle cose più scomode che abbiate mai indossato!

Buon vento a tutti!

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