mercoledì 24 marzo 2010

IL MOMENTO DELLA SCUFFIA!


Voglio condividere con voi una riflessione su un momento, che molti velisti di deriva avranno sicuramente vissuto: il momento della scuffia!
La mia prima lezione del corso di vela consisté nel scuffiare una barca e raddrizzarla.
Bene! Questa lezione, sarà una delle poche lezioni che imparerete subito e saprete riprodurla in diverse sfaccettature. Chi non è un atleta lo diventerà, chi non è un ginnasta farà dei salti e delle acrobazie pazzesche per cercare di non fare scuffiare la nostra piccola imbarcazione, perché, vi assicuro, dopo la decima scuffia, le forza non le avrete più!


E perché mai la nostra barca dovrebbe scuffiare?
Se siamo su un cabinato e questo scuffia, chiamate i soccorsi, e sperate che sia una giornata di sole, perché ci saranno già le vostre lacrime di disperazione a bagnarvi il viso, perché, se un cabinato scuffia, vuol dire che ci sono stati gravi, anzi gravissimi danni all’imbarcazione, come per esempio aver, involontariamente, disalberato.

Se invece siete su una deriva i motivi perché avete scuffiato sono essenzialmente tre:
  1.  non sapete andare in barca a vela, molto probabile;
  2.  non avete anticipato con i pesi la raffica di 30Kns che è sopraggiunta, anche questo fatto è molto probabile;
  3.  avete incaramellato il gennaker, probabile;
  4. o avete commesso altri danni sulla bara ( ma qui ci spostiamo sul punto 1).

Scuffiare non è sinonimo di non sapere andare in barca, perché sbagliando si impara, e la barca a vela è l’esempio vivente di questo assioma, o detto che dir si voglia.

Raddrizzare la barca richiede molta energia, quindi, rivolto alle ragazze o ai ragazzi mingherlini, prendetevi come compagno di equipaggio un bel “fustacchione”, che fa molta palestra, così voi farete la bella parte dello scucchiaiamento.

Innanzitutto la barca può scuffiare a 90°, caso molto apprezzabile, o a 180°, caso molto più faticoso.

Per raddrizzare la nostra barca bisogna posizionarci sulla deriva, dove faremo leva. Prima di fare ciò dobbiamo controllare che:

1.il nostro compagno sia vivo e vegeto, e soprattutto vicino alla barca;

2. le vele DEVONO essere lascate, ovvero le scotte NON devono essere STROZZATE. Se nò quando la barca si raddrizzerà, ri-scuffierà di nuovo e si andrà avanti così all’infinito.

3. preferibilmente la prua dovrà essere posizionata al vento.

Se scuffiamo a 180° entrambi i membri dell’equipaggio dovranno salire sullo scafo, mettere le mani sull’estremità della deriva, il sedere bene in fuori, e aspettare che da 180°, si passi 90°( vedi foto a fianco). La posizione che deve essere assunta può essere come nella foto, o quella ancora più efficace, di creare un solo peso: un membro dell’equipaggio si attacca alla deriva, il secondo alla vita del primo.

Quando siamo a 90°, un membro dell’equipaggio si fa scucchiaiare e controlla che tutte le scotte siano libere, posiziona i piedi sotto la cinghia ( le cinghie permettono di poter uscire con il resto del corpo, mettendo i piedi sotto di esse), e si aspetta che il bel “fustacchione” raddrizzi la barca. Dopo di che barra all’ORZA!! Se nò tutto il lavoro fatto va a farsi benedire. Quando l’equipaggio è a bordo, possiamo tornare a veleggiare.

Il mal capitato che deve raddrizzare l’imbarcazione, non si deve appendere con gli avambracci alla nostra deriva, perché se nò si ritroverà, come già successo, con dei lividi sulle braccia, come se fosse caduto da un dirupo, e oltre a non essere belli esteticamente, non fanno nemmeno bene.

Non so a voi, ma a me è venuto il fiatone solo a scrivere, quindi è per questo motivo che i velisti diventano dei perfetti acrobati per evitare di scuffiare, almeno quando si può.

Una mossa molto apprezzata è il famoso “Salto del gatto”, che consiste nel saltare sulla deriva (esattamente sulla parte più vicina allo scafo, per evitare di raddrizzarla subito), per evitare che la barca vada 180°. Purtroppo molto volte non riesce, e i velisti si ritrovano con tatuato il marchio della deriva sul sedere. Ahia!

A prescindere da tutto ciò, le scuffie rimangono nei cuori dei velisti, come ricordi di errori commessi, fatica e tante, tante risate,...Basta che non facciate come questi due nella foto, che si sono dimenticati di fissare la deriva allo scafo, e… pluf!

Buon vento a tutti!


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